Lunedì 1 dicembre 2025

Corsi 2026, un nuovo modello

Due percorsi complementari per laboratori più consapevoli

Il 2026 apre per Unichim una stagione formativa più strutturata e consapevole, pensata per accompagnare i laboratori in un’evoluzione che coinvolge non solo le conoscenze tecniche, ma anche l’organizzazione interna, la gestione dei processi e il ruolo strategico che queste strutture ricoprono nelle aziende. In un contesto in cui le filiere produttive, i controlli e le verifiche analitiche sono sempre più regolati da norme stringenti e standard internazionali, la formazione non può più essere considerata un mero adempimento, ma diventa una leva di crescita e di competitività.

Le aspettative verso i laboratori, infatti, sono cambiate. Oggi non si chiede soltanto di “fare analisi”, ma di garantire risultati affidabili, tracciabili e comparabili, in linea con i requisiti dei sistemi di gestione per la qualità e, in particolare, con lo spirito della UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018, lo standard che a livello internazionale consente ai laboratori di dimostrare competenza tecnica e capacità di produrre risultati validi e riconosciuti. In questo scenario, l’aggiornamento formativo diventa uno degli strumenti principali per sostenere nel tempo la competenza del personale e l’efficacia dei processi, come sottolineato da diverse linee guida e da contributi specialistici dedicati proprio alla gestione della competenza nei laboratori.

Per rispondere a queste esigenze, Unichim presenta il nuovo calendario corsi 2026 (in fase di pubblicazione), costruito su una struttura chiara e rinnovata: due percorsi tematici, identificati ciascuno da un colore distintivo, che permettono ai professionisti di orientarsi in modo immediato e coerente rispetto alle proprie esigenze. Non si tratta soltanto di una scelta grafica, ma di un modo per rendere leggibile, anche a colpo d’occhio, un progetto formativo che tiene insieme dimensioni tecniche e organizzative, con l’obiettivo di offrire a ogni partecipante un itinerario coerente con il proprio ruolo e con gli obiettivi della propria organizzazione.

La capability come chiave progettuale del 2026

La grande novità di quest’anno è l’introduzione della capability come principio guida trasversale dell’intero programma formativo. Non è un percorso separato, né un “modulo” in più, ma una vera e propria chiave di lettura che attraversa tutti i corsi, a qualunque percorso appartengano, e che mette al centro la maturità complessiva del laboratorio. In altre parole, la capability descrive ciò che un’organizzazione deve essere in grado di fare, in modo stabile e ripetibile, per raggiungere i propri obiettivi: un concetto che in letteratura manageriale è spesso legato all’insieme di competenze, conoscenze, processi e risorse che permettono a un’organizzazione di operare in modo efficace e di migliorare nel tempo.

Nel caso dei laboratori, questa idea viene declinata in cinque dimensioni strategiche:

  • la capability e le competenze delle risorse umane, ovvero il patrimonio di conoscenze, ruoli, responsabilità e capacità di lavorare in modo coordinato;
  • la capability operativa e di processo, legata all’organizzazione delle attività, alla gestione del flusso dei campioni, alla standardizzazione delle procedure e alla qualità del dato;
  • la capability organizzativa e di governance, che riguarda la struttura dei processi, la gestione dei rischi, la pianificazione, la cultura della qualità e del miglioramento continuo;
  • la capability tecnica e strumentale, che comprende l’uso consapevole delle tecniche di analisi, la manutenzione e la riferibilità metrologica degli strumenti, l’adozione di sistemi informativi adeguati;
  • la capability relazionale e di servizio, cioè la capacità del laboratorio di gestire il cliente, comunicare risultati chiari e tempestivi, raccogliere feedback e tradurli in innovazione.

Queste dimensioni non vivono in compartimenti stagni né in un percorso dedicato, ma si distribuiscono in modo naturale tra il livello tecnico–operativo e quello organizzativo–gestionale. Alcuni corsi lavorano soprattutto sulla dimensione tecnica, altri su quella organizzativa, altri ancora si collocano a cavallo tra i due livelli. Nel loro insieme, contribuiscono a far sì che il laboratorio non sia solo “conforme”, ma davvero capace di tradurre standard e requisiti in risultati che generano fiducia presso clienti, autorità e stakeholder.

La capability diventa così la cornice culturale e progettuale dei corsi 2026: un filo conduttore che lega contenuti molto diversi tra loro, aiutando i partecipanti a riconoscere il nesso fra la singola competenza (tecnica o gestionale) e l’equilibrio complessivo del laboratorio.

I due percorsi del calendario 2026

All’interno di questa cornice si sviluppano i due percorsi che caratterizzano il calendario 2026: uno tecnico–operativo, identificato dal colore verde, e uno organizzativo–gestionale, identificato dal colore blu. Due prospettive diverse e complementari, che rispecchiano altrettanti livelli di responsabilità e di azione all’interno dei laboratori.

Il percorso tecnico–operativo (colore verde) si concentra sulle attività quotidiane del laboratorio: dalle tecniche di analisi all’uso delle strumentazioni complesse, dalle modalità di gestione dei campioni alle procedure per garantire la qualità del dato. In continuità con le edizioni precedenti, vengono confermati i corsi “di base” che costituiscono da anni un riferimento per molti laboratori: il significato e il calcolo dell’incertezza di misura in chimica e in microbiologia, la conferma metrologica delle apparecchiature e le modalità di taratura di strumenti diversi (bilance, pipette, termometri, solo per citarne alcuni), la validazione e il monitoraggio delle attività di assicurazione della qualità con l’uso di carte di controllo e strumenti statistici adeguati.

Accanto a questi contenuti consolidati, il percorso 2026 si arricchisce di proposte più specialistiche. Sono previsti corsi dedicati alle potenzialità e alle criticità delle strumentazioni avanzate (ICP-MS, GC-MS, LC-MS), con l’obiettivo di aiutare i laboratori a sfruttarne pienamente le capacità e a controllare i rischi connessi all’uso di sistemi complessi. Sono inoltre programmati nuovi seminari su tematiche di particolare attualità in ambito ambientale, che vedranno la partecipazione di esperti di settore e offriranno occasioni di confronto su casi reali e scenari applicativi. A questi si affiancano i corsi dedicati all’utilizzo di Microsoft Excel® nel laboratorio chimico, completamente ripensati sia nelle finalità sia nei contenuti, per trasformare uno strumento quotidiano in un vero supporto per l’elaborazione, il controllo e la tracciabilità dei dati.

Torna infine, in una versione aggiornata e più orientata alla pratica, il corso sul monitoraggio dell’esposizione inalatoria nei luoghi di lavoro, che dedicherà maggiore spazio a esempi sul campo, casi di studio e metodi operativi che i partecipanti potranno applicare direttamente nella gestione delle proprie attività.

Il percorso organizzativo–gestionale (colore blu) guarda al laboratorio come sistema organizzato: una realtà fatta di processi, persone, responsabilità, obiettivi economici e di qualità. Qui la formazione si concentra su ciò che consente alle organizzazioni di trasformare strumenti e procedure in risultati misurabili, stabili e sostenibili nel tempo.

I corsi di quest’area affrontano temi come la strutturazione dei processi e del sistema di gestione, la definizione dei ruoli e delle responsabilità, la pianificazione delle attività, l’analisi e il controllo dei costi, la gestione dei rischi operativi e legali, in linea con i requisiti dei sistemi di accreditamento e con le buone pratiche di governance organizzativa. L’obiettivo è fornire ai responsabili di laboratorio e alle figure manageriali strumenti concreti per governare la complessità, trasformare la strategia in operatività e rendere il laboratorio un attore pienamente consapevole all’interno della catena del valore aziendale.

Tra le novità di maggior rilievo si colloca il nuovo corso esperienziale SISESP01, articolato in moduli autonomi e fruibili anche singolarmente. Questo percorso affronta tre nodi fondamentali: la standardizzazione delle risorse umane, l’organizzazione delle ore produttive e l’analisi strutturata dei costi. Temi che incidono direttamente sulla capacità del laboratorio di programmare, misurare e migliorare le proprie prestazioni, ma anche di comunicare in modo trasparente con i clienti e con la direzione aziendale, rendendo visibile il valore generato dal lavoro di laboratorio.

Uno sguardo al futuro: il webinar del 20 gennaio

Il calendario corsi 2026 si propone dunque come un percorso di crescita strutturato e progressivo, pensato per rafforzare le competenze tecniche e organizzative dei laboratori e per accompagnarli verso modelli più consapevoli, affidabili ed efficienti. Una proposta che guarda al presente, ma con una chiara visione del futuro: laboratori capaci di generare risultati tecnicamente solidi, di dialogare con il contesto normativo e regolatorio, di contribuire in modo visibile agli obiettivi delle imprese.

Per supportare questo percorso, il 20 gennaio si terrà un webinar gratuito dedicato alla presentazione delle attività 2026. Nel corso dell’incontro verranno illustrati nel dettaglio i contenuti di ogni corso, il collegamento tra i due percorsi formativi e le diverse dimensioni della capability, oltre alle modalità di partecipazione e di iscrizione. Sarà un’occasione per entrare nel merito dei singoli temi, chiarire eventuali dubbi e orientarsi consapevolmente nella scelta del proprio itinerario formativo, alla luce delle esigenze specifiche di ciascun laboratorio.

Il 2026 rappresenta così un passaggio importante per Unichim e per i laboratori che sceglieranno di partecipare: un anno in cui la formazione diventa non solo un investimento individuale, ma uno strumento per rafforzare il sistema laboratorio nel suo insieme, in una prospettiva di miglioramento continuo e di crescita condivisa.